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lunedì 28 novembre 2016

DIMENSIONE NARRATIVA

Come dice Lucrezio sin dal I secolo a. c.:

"Non saranno la luce e il chiarore del sole a farci uscire dalle tenebre, ma la conoscenza delle cose.”

L'attività dello storico e di chi fa storia è la narrazione, per l'appunto si può prendere in considerazione il libro  "L' istinto di narrare. Come le storie ci hanno reso umani" scritto da Jonathan Gottschallin cui sono definite le caratteristiche della specie umana. 
Specie umana che pur essendo una specie animale, si distingue da questa non per la tecnica quanto per la dimensione narrativa, non esistono altre specie più evolute e meno evolute che abbiano sviluppato tale dimensione. 

La tecnica è comune a molte specie, le formiche costruiscono case sotterranee, i castori costruiscono dighe, le cicogne costruiscono nidi; la tecnica nell'uomo è certo più avanzata ma non è la caratteristica che la differenzia. 
Lo è invece la capacità di gestire la memoria costruendo comunicazioni  narrative, la matematica viene dopo e risiede nella corteccia celebrale, la narrazione invece risiede all'interno ed è quella che permette all'uomo di sopravvivere. 
Grazie a questa infatti, l'homo sapiens ha superato le grande calamità, cosa che non ha fatto l'homo di neanderthal, il quale viveva nell'Europa continentale, a differenza della prima che viene dall'Africa, e aveva sviluppato molte tecniche tranne la dimensione narrativa, la dimensione fantastica, ossia la capacità di lasciare spazio anche a quello che non è pura razionalità. Questo ha portato inevitabilmente all'estinsione della specie, perché difronte a certe calamità naturali poco può fare la tecnica.
Se l'uomo è quindi in grado di possedere nelle proprie mappe mentali anche la capacità ritenuta extra-tecnica per superare la paura, la gioia, la noia, questa fornisce la forza per poter ricostruire qualcosa, che non è soltanto qualcosa di tecnologico, quanto spirituale. 

Questo è quanto permette alla specie umana di sopravvivere. 

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